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La polemica

Nuovo ospedale, Rancan: «Il lassismo di alcuni sindaci ha favorito politiche sbagliate»

Il capogruppo della Lega in Regione polemico dopo lo scontro sul partenariato pubblico-privato: «Avremmo potuto far sentire la nostra voce in questi anni, ma diversi sindaci hanno preferito assecondare Regione e Ausl»

«Vorrei intervenire sul dibattito che si sta consumando sul territorio piacentino in questi giorni, riguardo il finanziamento del nuovo ospedale di Piacenza. Anticipo che la mia posizione potrà risultare antipatica per qualcuno, ma il tempo di oggi richiede pragmatismo e, soprattutto, coerenza». Affida ai social un lungo post Matteo Rancan, capogruppo della Lega in Regione, partito del quale è anche il segretario regionale.

«Quello che oggi tutti leggiamo sulla stampa - scrive Rancan - è un dibattito tra chi è a favore e chi è contro al paternariato pubblico-privato per la costruzione del nuovo nosocomio. Leggiamo anche le varie posizioni uscite dalla conferenza sociosanitaria di ieri durante la quale, oltretutto, la partecipazione dei sindaci piacentini è stata davvero esigua. È davvero inopportuno che si gridi all’allarme in questi giorni e spiego perché: negli anni si è susseguita sul nostro territorio una riorganizzazione sanitaria territoriale durante la quale è stata data ai sindaci la possibilità di esprimersi puntualmente sulle misure previste dall’Ausl (e quindi dalla Giunta Bonaccini). Ausl che negli anni è passata dalla direzione generale di Luca Baldino fino alla direttrice di oggi Paola Bardasi. La situazione sanitaria di oggi è una conseguenza diretta di prese di posizione politiche incoerenti in fasi importantissime per il nostro territorio, da parte di sindaci (non tutti per fortuna, e questi sono quelli che ringrazio) di qualsiasi colore politico e civici che hanno preferito assecondare le posizioni di Ausl o Regione invece di tutelare il nostro territorio nel medio-lungo periodo. Questo “lassismo”, ha permesso alla Regione e all’Ausl di trovare un fronte poco compatto e, di conseguenza, di proseguire tranquillamente in politiche sbagliate. Se la Regione avesse visto un territorio più coeso, non orientato solo al bene del singolo comune ma al bene complessivo della provincia, allora avremmo potuto insieme far sentire la nostra voce. Quella del territorio. Dei cittadini. Farlo oggi, sarebbe come chiudere il recinto dopo la fuga dei buoi. Invito dunque tutti, a ricondurre il dibattito politico sulla ricerca della soluzione migliore per garantire i servizi sanitari essenziali a tutti i cittadini della provincia. Se vogliamo costruire qualcosa insieme per il bene dei cittadini dobbiamo fare massa critica, usando perseveranza soprattutto quando ci sono questioni che riguardano la politica. Siamo stati eletti per risolvere problemi, non per crearne».

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