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Il botta e risposta

«Sarebbe stato onesto dire che i soldi per l’ospedale non ci sono più»

Nuovo ospedale, Galvani (Rottofreno) e Fontana (Castello) se la prendono con la Regione: «Ha annunciato per anni risorse economiche pubbliche e ora coinvolge i privati». Tarasconi: «Esternazioni tristi, non fa differenza». Solo 13 comuni su 46 partecipano al dibattito

«Questo non è un investimento per la città di Piacenza, ma è l’ospedale provinciale, un investimento per il nostro territorio». Evidentemente le parole di Paola Bardasi, direttore generale Ausl di Piacenza, presentando le ultime novità sul nuovo ospedale, non vengono condivise da gran parte della politica locale. Pochi i comuni interessati al percorso verso la costruzione, a giudicare dal numero di sindaci (o di loro delegati) che hanno partecipato alla conferenza socio-sanitaria.

Su 46 comuni, erano presenti soltanto amministratori dei seguenti tredici municipi: Piacenza, Castelsangiovanni, Borgonovo, Bobbio, Ferriere, Rivergaro, Pontenure, Carpaneto, Ottone, Cadeo, Rottofreno, Besenzone, Villanova. I sindaci Roberto Pasquali (Bobbio) e Lucia Fontana (Castello) hanno stigmatizzato l’assenza dei colleghi, esprimendo «delusione» per la mancata partecipazione. Presenti, invece, i sindacati.

Ma è stata un’altra la polemica a tenere banco durante la seduta di Conferenza socio-sanitaria di questa mattina. Paola Galvani, sindaco di Rottofreno, ha puntato il dito contro l’atteggiamento della Regione. «Sono oggettivamente molto preoccupata, perché l'ospedale “green e moderno” mette in secondo piano il fatto che si doveva realizzare con 280 milioni di euro “pubblici”. Sarebbe stato più onesto, da parte della Regione, dire che i soldi per Piacenza non ci sono più.  Visto che ora annuncia la presenza di 139 milioni di risorse sue e, il resto, sarebbero il frutto di un “project financing”. Non fateci passare per degli inesperti: è evidente che i soldi non ci sono più. Chi non se ne rende conto - ha detto Galvani - è scellerato. La Regione pubblicamente dovrebbe però dire che fine hanno fatto i soldi di Piacenza promessi nel corso degli anni».

Lettura della situazione, quella di Galvani, non accolta da Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza. «Queste sono esternazioni tristi, oggi siamo a parlare della realizzazione del nuovo ospedale, basata su una progettazione bella, che rappresenta un passo in avanti. Abbiamo un percorso certo, se vogliamo utilizzare “la pelle dei cittadini” per fare polemica politica possiamo farlo, ma non oggi. Altrimenti dovremmo andare a vedere e parlare dei finanziamenti del Governo nella sanità pubblica. È chiaro che a livello nazionale, da parte del Governo, c'è un disegno chiaro per favorire il modello privato. Il parternariato pubblico-privato è ormai un modello consolidato per la sanità pubblica. Non mi scandalizza la cosa e non condivido la polemica».

Il dibattito, a questo punto, si è acceso. «Tarasconi - è stato l’invito di Galvani - dovrebbe andare a Bologna a difendere gli interessi dei piacentini, senza chiamare in causa il Governo, visto che la Regione ha promesso più volte, con passerelle elettorali, lo stanziamento di 280 milioni per l’ospedale».

Tarasconi, dal canto suo, ha rimarcato che «non fa differenza» l’aver scelto un’altra strada per il finanziamento dell’opera. «Ormai nessun ospedale italiano - è il parere di Paola Bardasi, dg Ausl - viene costruito interamente con soldi pubblici. È una cosa sdoganata il parternariato, non siamo fatti per costruire gli ospedali, ma solo per farli funzionare. I costi dell’opera, oltretutto, nel corso di questi ultimi anni, sono cresciuti a causa della crisi energetica e dell'aumento del prezzario dell'edilizia. Con un mutuo nostro vedremmo l'ospedale nel 2050, lo dico per esperienza».

Lucia Fontana, sindaco di Castello e presidente della Ccts, si è schierata con Galvani. «La presentazione dell’Ausl ci conforta, ma gli otto anni che servono per costruire l’ospedale sono già passati e dobbiamo ancora iniziare. Il Governo ha messo più soldi per la sanità e il parternariato pubblico-privato sconcerta, non era mai stato citato ed è uscito come un coniglio dal cilindro della Regione, dopo che per anni si era affermato altro».

Il botta e risposta è andato avanti per un bel po’, con Tarasconi a difendere le scelte della Regione. «Non capisco - ha ripreso il primo cittadino del capoluogo - la vostra preoccupazione. Sarebbe impossibile, con i tassi richiesti dai mutui odierni, costruire il nuovo ospedale. E Bonaccini non ha mai detto che tutto l’importo dell'ospedale era coperto dalla Regione».

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